Dunque, rimettendo “la chiesa al centro della piazza” (mi piace rivelare i miei miti), voglio provare a riportare il discorso, per un momento che varrà moltissimo, sull’elemento basico, sul peccato originale. Mi pare il riferimento allegorico più indicato questo fine settimana, per noi tutti non immuni a tale peccato.
Il peccato originale e le deduzioni inerenti allo stesso, stanno in quattro semplicissime osservazioni.
Se ne deduce, senza sforzo, che il professionista che intenda preservare le proprie competenze ed il proprio lavoro, accolga con compiacimento tale indirizzo etico e giuridico. E perché non dovrebbe.
Sempre per amore spassionato di chiarezza, espongo quanto segue.
Un mediatore del credito percepisce dal soggetto finanziato mediamente il 3% del capitale erogato, quale proprio compenso professionale. Domando: esiste almeno una possibilità che il suddetto professionista sia condizionato nella verifica, valutazione e produzione della documentazione e dei requisiti necessari all’ottenimento del finanziamento utile all’acquisto dell’immobile (sempre dallo stesso mediato) che produrrebbe un compenso mediamente il 400% maggiore di quello dovuto per mediazione creditizia?
Almeno per me, è un presupposto abbastanza efficace per chiedermi:
Mi rispondo NO ad entrambi i quesiti (faccio da solo perché ho fretta) e sdogano la successiva domanda:
Questo lo lascio decidere a voi, senza però privarmi però del palcoscenico per la seguente ultima considerazione, rivolta a TUTTI i miei colleghi, a qualunque parrocchia appartengano.
Come può un’associazione di categoria, come in generale un ente rappresentativo, un partito, un circolo ecc.. non conoscere il rischio di perdere proseliti se si appalesa la noncuranza degli interessi dei medesimi. E posto che questo sia oggettivamente considerabile “non possibile”, quale può essere l’elemento che giustifichi tale disgregante indirizzo e quali argini possono essere costruiti a contenimento di questo danno calcolato.
In merito alla prima domanda la motivazione è palesemente data dal “maggior vantaggio” e pertanto dalle superiori risorse che rendono più o meno irrilevante la perdita; per la seconda questione (gli argini), me ne vengono in mente due:
In tal senso FIAIP è stata perfetta.
Mi ritengo un professionista fortunato, non devo cambiare Associazione!
Raoul Sarghini