La Giornata internazionale della Donna rappresenta ogni anno un punto di confronto sulla situazione di gender equity a livello internazionale, lavorativo e non. Per questa occasione, abbiamo deciso di intervistare Isabella Villa, Amministratore Delegato di Immobili di Prestigio con 40 anni di esperienza nel settore.
Perché il settore Immobiliare e qual è stato il suo percorso di carriera?
“Durante il mio percorso universitario mi ero resa conto dell’importanza che aveva per me diventare completamente indipendente dai miei genitori. Fu così che, con difficoltà, riuscì finalmente ad introdurmi nel mondo del lavoro come segretaria d’ufficio in un’agenzia immobiliare. Non avevo inizialmente un interesse particolare nel settore, ma più lavoravo più mi rendevo conto di due cose: mi piaceva sempre di più ed ero portata per questo lavoro. Con impegno e costanza, riuscì ad avanzare di ruolo, fino a quando non decidemmo con alcuni colleghi, che lavoravano per la stessa società, di metterci in proprio nel 1984.”
Data la sua esperienza, ha visto un cambio di mentalità nel settore immobiliare?
“Assolutamente, ma non del tutto. Mi spiego meglio: inizialmente nel settore immobiliare la donna non era ben vista, coloro che riuscivano ad ottenere il patentino per la professione erano pochissime e venivano continuamente relegate a ruoli minori. Con il tempo, le donne sono riuscite a prendersi il loro spazio e ad emergere. Spesso di una donna viene prima guardato l’aspetto per poi realizzare che dietro c’è un professionista. Ancora oggi riscontro alcune difficoltà.
Uno dei problemi principali da affrontare è spesso nella fase di trattativa finale: per alcuni clienti, la figura maschile è imprescindibile. Fortunatamente in queste occasioni ho sempre potuto contare su mio marito, Raoul Sarghini, con il quale ci siamo sempre sostenuti e supportati a vicenda.”
Nel suo caso è libera di gestire il suo tempo ed il suo lavoro, ma per chi è un dipendente nelle aziende italiane, qual è il suo pensiero sul welfare aziendale medio?
“L’Italia è ancora molto indietro sotto diversi punti di vista, rispetto in particolare al Nord Europa. Non dovrebbe esserci una scelta tra famiglia e carriera. Una donna può dedicarsi ad entrambi, anzi, ritengo che una madre sviluppi diverse soft skill che miglioreranno ancora di più il proprio lavoro. Bisogna però che il connubio sia sostenibile, e di certo non una responsabilità unica della madre.”
Quando si sono presentate queste esigenze nella sua azienda, come si è comportata con i suoi dipendenti?
“Essendo io una madre che ha sempre messo al primo posto la famiglia e i figli, ho sempre cercato di fare lo stesso per i miei dipendenti. Entrare o uscire in orari diversi per renderli conciliabili con quelli dei figli non è mai stato e non dovrebbe mai essere un problema, l’importante è la qualità del lavoro svolto. Inoltre sono più che convinta che un dipendente che si sente supportato in questa fase così importante della sua vita sia felice e ancora più motivato.”
Lei rappresenta una donna di successo, c’è qualche consiglio che vorrebbe dare alle giovani donne di oggi?
“La cosa più importante che vorrei trasmettere è che ognuno di noi deve credere in sé stesso, nessuna donna deve permettere che qualcuno metta in dubbio le proprie capacità.
Bisogna altresì impegnarsi ed essere costanti. L’intelligenza sta anche nel saper sfruttare ogni sfaccettatura di cui ognuna di noi è fatta. Oltre agli studi di settore, fondamentali, vi sono anche capacità umane importantissime. Nel mio lavoro, spesso divento “amica” dei miei clienti poiché li accompagno in un importante percorso in cui una persona si deve fidare e affidare a me. Nulla viene regalato, ma con la giusta attitudine e forza di volontà si può davvero arrivare ovunque.”
Dunque, rimettendo “la chiesa al centro della piazza” (mi piace rivelare i miei miti), voglio provare a riportare il discorso, per un momento che varrà moltissimo, sull’elemento basico, sul peccato originale. Mi pare il riferimento allegorico più indicato questo fine settimana, per noi tutti non immuni a tale peccato. Il peccato originale e le deduzioni
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“Nessuno dovrebbe agire nell’interesse altrui senza l’assoluta certezza di benoperare” L’approccio alla vita è un’esperienza determinante per tutta la durata della propria esistenza in terra e, chissà, forse anche oltre. Paese, città, quartiere e indirizzo non fanno differenza; fa la differenza solo il cuore e l’anima di chi ti indica la strada appena stai sulle