Conoscenza e Coscienza

Conoscenza e Coscienza

Nessuno dovrebbe agire nell’interesse altrui senza l’assoluta certezza di ben
operare”

L’approccio alla vita è un’esperienza determinante per tutta la durata della propria esistenza in terra e, chissà, forse anche oltre. Paese, città, quartiere e indirizzo non fanno differenza; fa la differenza solo il cuore e l’anima di chi ti indica la strada appena stai sulle tue gambe.

E come il buon genitore si impegna a fare per i propri figli, affinché non conti solo la partenza ma anche e soprattutto il percorso ed il loro punto d’arrivo, con la medesima diligenza del buon padre di famiglia dovrebbe agire il professionista. Forse un tantino dissacrante la similitudine ma non troppo lontana dalla realtà. È indiscutibile, infatti, che avviare un percorso professionale con passione faccia una certa differenza e, allo stesso modo, seguirlo con dedizione affinchè sia destinato a procedere serenamente fino alla sua conclusione è senza dubbio onorevole. Che il proprio operato procuri un beneficio certo al proprio assistito è, infine, un’aspettativa imprescindibile. Di fatto, ogni nostro prodotto rispecchia inevitabilmente noi stessi. Se l’artefice è probo, buono è il prodotto.

Qualcuno potrebbe addurre la “buona fede” quale giustificazione che attenui o addirittura annulli la propria responsabilità per un prodotto deludente ma tale circostanza costituisce, invece, l’errore più grave. Sperare di fare bene può essere accettabile e forse giustificato solo quando si agisca per se stessi; nessuno invece dovrebbe agire nell’interesse di altri senza avere l’assoluta certezza del proprio operato. Questo conferma che è essenziale accrescere le proprie certezze in rapporto direttamente proporzionale alla propria responsabilità. Conoscenza e Coscienza, due facoltà da curare con dedizione per essere in grado di adempiere al proprio ruolo di guida virtuosa ed affidabile.

Fatto questo preambolo romantico posso introdurmi, sentendomi un po’ in colpa, nel prosaico mondo del mattone,
ove la migliore azione di forza e di responsabilizzazione che si possa muovere in chiave “sindacale” è la somministrazione, senza soluzione di continuità, di informazioni, aggiornamento qualificato e sollecitazioni, sia all’indirizzo degli operatori di settore che delle Istituzioni.
Se poi vogliamo completare il quadro degli attori interessati, si deve sempre tenere in evidenza l’importanza che l’utente sia ben informato ed aggiornato riguardo ai propri rapporti sia con il primo (agente immobiliare) che con il secondo (lo Stato). Di fatto non è più possibile oggi rivolgersi solo all’agente immobiliare, pur questi rappresentando il nostro primo obiettivo quale destinatario di ogni supporto utile alla sua professione, né, come detto, è sufficiente dialogare solo con le Istituzioni; quando non si riescono ad annullare disfunzioni e scorrettezze rivolgendosi solo ai responsabili, è indispensabile integrare lo sforzo agendo sull’utenza, sui fruitori del servizio, sui consumatori e cittadini.. con una precisa azione di informazione e denuncia.

A complicare la situazione, che non sarebbe di per sé proibitiva, è il recente avvento di una sempre maggiore compagine di attori, più o meno improvvisati, che si palesa nel mercato degli immobili, ben accroccati per fare un bel giro! Ma come già detto, l’intermediazione immobiliare non è una giostra, come del resto il mercato immobiliare non può essere il bancomat dello Stato. La nostra è una professione difficile e delicata e quello immobiliare è un settore determinante per l’intera economia del Paese; un terreno da coltivare con cura e da cui raccogliere buoni frutti, cosa diversa dallo sfruttarne le risorse scelleratamente, a rischio di renderlo improduttivo!
Qualcuno mi ha chiesto, con un sorrisetto malizioso, “allora devono salire sulla giostra solo gli agenti immobiliari?” e, per essere garbato, ho risposto che questa è solo una “sciocchezza”. Sarebbe forse bastato dire che gli agenti immobiliari, e aggiungo qualificati, non salgono sulla giostra, ma la fanno girare, favorendone l’utilizzo nel modo e nei tempi più congrui, ma considerato il livello della domanda ed il discorso un po’ articolato, ho provato a spiegarlo con una metafora: c’è un legittimo proprietario della giostra che ne sostiene i costi strutturali a fronte di un reddito che contribuisca a far vivere tutto il parco giochi e poi c’è il “giostraio”, lautamente stipendiato, che gestisce l’impianto. Ed è quest’ultimo che comanda i giochi. Quando il giostraio è infedele, non opera nell’interesse del titolare ma solo nel proprio; fa salire sulla giostra gli amici del momento, anche senza biglietto, e il divertimento è assicurato..ma solo per pochi!

Potrebbe sembrare un riferimento ai nostri governati ma non è esatto, in effetti intendo riferirmi a “questo genere di governanti”. Se vogliamo poi entrare nello specifico, posso aggiungere che in particolare negli ultimi 10 anni chi ci ha governato, per usare un eufemismo, “non ha fatto troppa attenzione” alla logica di convenienza che ho richiamato poc’anzi in chiave “rurale”. Se chiedessi a chiunque, di qualunque estrazione politica, sociale o culturale, il parere sul beneficio pubblico che abbiano prodotto le recenti leggi e normative in materia immobiliare e creditizia, costui mi potrebbe, in buona fede, rispondere positivamente? Anche chi non è propriamente “del mestiere” può accorgersi, anzi direi non accorgersi di un reale beneficio per il cittadino e quindi per il settore stesso. Chi legifera non potrebbe e non dovrebbe mai dimenticare l’interesse finale della propria azione, quello pubblico, mai quello privato. E per non lasciare il dubbio che io voglia generalizzare aggiungo, ad esempio, che è atto responsabile e dovuto quello mirato alla salvaguardia delle banche, a garanzia delle risorse utili al Paese ed ai cittadini, ma la salvaguardia è una cosa ed il favoritismo è ben altra cosa.

Giusto legiferare per aiutarle ad operare. Errato legiferare per aiutarle a speculare. Sembra semplice no?

A cura di Raoul Sarghini